giovedì 13 dicembre 2007

mi sembra passato un secolo....questo è ciò che ho detto nel mio primo comizio

Buongiorno Piacenza,buongiorno piacentini

Sono Rosarita Mannina,candidato sindaco per una lista civica che si chiama “PARTECIPA PIACENZA” Sono qui per spiegarvi i motivi che mi hanno spinto a correre autonomamente con l’intento di portare parole nuove ed una nuova modalità di fare politica al di sopra degli schieramenti della destra e della sinistra che hanno ormai lo stesso linguaggio,promettono anche quello che non si può promettere,convinti probabilmente che i cittadini non siano in grado di cogliere tutto questo.Continuano a parlare di soldi pubblici,quindi di tutti,sperperati in proposte spesso irrealizzabili.

Io invece intendo parlare di lotta agli sprechi,di ottimizzazione delle risorse e di cose concrete

Quando ho deciso di presentarmi alle elezioni amministrative con un programma che si elevasse sopra le logiche degli schieramenti politici,sapevo che per cambiare il sistema di governo il cuore non sarebbe bastato né a me né ai cittadini di Piacenza.

Ci sarebbero voluti coraggio,costanza e capacità di proporre soluzioni semplici ed innovative,superando l’ostacolo della politica di chi non vuole cambiare la politica e che anzi propone la solita minestra.

Il mio programma prevede innanzitutto la trasparenza,il colloquio permanente del sindaco con la città,l’abolizione di privilegi.La lotta agli sprechi ed una nuova organizzazione della cosa pubblica.Nuovi strumenti di partecipazione.Al centro della mia attenzione i GIOVANi,i nostri figli:la loro valorizzazione,la loro responsabilizzazione per farli diventare gli amministratori del futuro costruendo già il passaggio del testimone.Gli ANZIANi anche,con il loro grande patrimonio di conoscenza e di trasmissione di abilità per l’intera comunità.Altri temi:favorire politiche per la salute intesa come prevenzione.

Nel programma penso ad una città futura che cresca in modo armonico dove piuttosto che creare urbanizzazioni di dubbia necessità si punti sulla riqualificazione urbana,sulla riqualificazione del centro storico ed il restauro urbanistico delle periferie.Una città futura dove il verde diventi una qualità irrinunciabile e dove le aree militari che eventualmente saranno dimesse non diventino il piatto succulento degli affaristi.Tra 50 anni,dicono gli scienziati,i nostri territori saranno preda della desertificazione:ma il futuro può essere cambiato ed il futuro è già qui…è oggi.

Penso ad una città con un centro storico qualificato e ricostruito con la partecipazione dei residenti e degli operatori commerciali perché la nostra città merita di essere quel gioiello che è e che non sappiamo valorizzare,divisi sempre come si fosse guelfi e ghibellini.Divisi non si va avanti.Insieme nulla è impossibile.

Cara Piacenza,cari Piacentini ora voglio dirvi qualcosa di forte che io voglio incarnare.

Lo scopo della politica nasce, se mai è nato, per un unico motivo: come lavoro a favore della gente, per un’amministrazione al servizio dei cittadini. Non altro. E specialmente con una dote essenziale: il buon senso. Se guardiamo a come stanno le cose, sembrerebbe di stare in un film surreale e raccapricciante: tutto il contrario.

Così la politica oggi è prima di tutto un interesse personale, ricerca di privilegi, gestione del potere e disinteresse assoluto dei problemi e delle necessità della popolazione.

E’ così semplice e sotto gli occhi di tutti, che ci si stupisce che nessuno, fra tutti i politici, abbia mai sottolineato questa realtà così iniqua e orrenda. Ma stupisce ancora di più che la gente, che ben sa queste ovvie cose, non reagisca, come fosse sotto l’influsso di una maledizione: in realtà è succube della grande paura che l’esercizio del potere con i suoi gabellieri, le sue leggi, la sua inflessibilità, esercita ridendo per la sua intoccabilità.

Un esercito di impiegati, vigili urbani, poliziotti e quant’altro compie (giustamente) il proprio lavoro ma è inconsapevolmente al servizio dei poteri forti: siamo in gabbia, accerchiati e costantemente minacciati e sotto tiro: impossibile reagire, minimamente accennare opinioni diverse.

Ed ecco allora il buon senso, l’unica possibilità. Facciamo della nostra città un esempio per tutta l’Italia, qualcuno deve pur cominciare.

E allora, amici, guardate nel vostro cuore, nella vostra famiglia, nel lavoro: cosa c’è che non va? Non basterebbero forse salari adeguati per risolvere moltissimi problemi?

Aboliamo i privilegi di tutta la politica, e vedrete che le risorse per uscire dal debito pubblico ci saranno tutte: miliardi e miliardi di euro se ne vanno per capricci politici, per le auto blu, per progetti fantasma e per un’infinità di orrori per esclusivi obblighi verso elettorati figli di vassallaggi permanenti.

Diciamo basta insieme, solleviamo la testa e scrolliamoci dalle spalle questo peso enorme che incupisce la nostra vita e quella dei nostri figli, battiamoci per una giustizia vera, affermiamo il diritto dei nostri figli, di qualunque figlio, a vedere riconosciuto il proprio valore nella scuola, nello sport, nel lavoro.

Non è così, oggi, levatevi dalla testa che i meriti, in una società come quella attuale, vengano riconosciuti: la civiltà è corrosa dai clan, dalle corporazioni, dai criminali, realtà che si mescolano e formano un minestrone che neanche un’animale affamato riuscirebbe a digerire.

E invece noi abbiamo il diritto ad una buona digestione, a mangiare del buon pane, ad arrivare a fine mese senza problemi, a riuscire a mettere da parte quanto occorre per una adeguata progettazione del futuro.

Sono così infiniti gli inganni a cui gli uomini sono sottoposti, che diventa impossibile rendersene conto.

Ad esempio, a nessuno è mai venuto in mente del perché le ore di lavoro debbano essere per forza otto giornaliere?

Pensate a quale uragano ogni famiglia è sottoposta ogni mattina, la colazione, i figli a scuola, i genitori al lavoro e tutto insieme e in gran fretta; ma sant’Iddio, guardate come sarebbe semplice un po’ di buon senso: prima la cura dei figli e dopo il lavoro!

Forse un’ ora pregiudicherebbe il PIL? Il famoso prodotto interno lordo?

Che giustamente così diventa una lordura! Una schifezza!

E tu, quanto guadagni al mese? E di quanto lo Stato ti priva per impedirti di sollevare la testa, di avere il tempo per pensare?

Ecco la parola: pensare!

E questo la politica non lo permette: se tu pensi, lei, la politica, cessa di esercitare un potere.

Amici, smettiamola di dare per scontato tutta la fatica, l’oppressione e l’amarezza che ci accompagna ogni giorno. Credetemi, basta poco!

Basta fermarsi un attimo e riflettere insieme.

Insieme, amici, perché da soli non si va da nessuna parte.

Così come io resterò sola in questa accorata volontà di cambiare le cose, se voi resterete sordi alle mie parole.

Ma se qualcosa sono riuscita a dirvi, allora fate sì che la vostra voce corra per le vie della città, nelle famiglie che ora non sono qui, negli uffici, fra gli amici: urlate con forza la vostra nuova volontà di dire basta ai soprusi, alle tasse eccessive e a tutto quello che ha trasformato la nostra vita in un inferno.

Io non so se sarà sufficiente tutto questo per riuscire a bruciare quella stramaledetta poltrona di sindaco, perché mentre noi siamo qui i vecchi poteri lavorano nell’occulto e stringono alleanze. Ma se c’è una possibilità, solo voi potrete renderla viva.

E per la prima volta, nel palazzo delle istituzioni, avrete un’amica e non un oppressore!

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